1 gennaio 2011

Alessia Bressanin

Alessia Bressanin nasce agli inizi del 1976.
Sin dall’infanzia rivela curiosità innata per disegno e colore. Dimostra inoltre una certa attitudine alla poesia: entrambi questi linguaggi verranno indagati e sviluppati costantemente, diventando essenziale cifra stilistica della poetica di Alessia.
Infatti nel 1995, oltre a vincere il premio  “Grigoletti Poesia con la poesia  “Notte durante gli studi liceali scientifici Alessia segue vari  corsi di pittura.
Intraprende il cammino universitario a Padova, iscrivendosi alla facoltà di Lettere e Filosofia. In continua evoluzione, la creatività di A. B. approderà al teatro, allo studio e all’approfondimento della commedia dell’arte (la tesi di laurea nel 2005 si intitola “Mito e Storia della Commedia dellArte nello spettacolo Isabella Comica Gelosa”), nonché al lavoro direttamente sul campo, in prima persona: dal 1996 Alessia fa parte della compagnia “Teatro Instabile”.
Se fare teatro nel veneziano significa fare i conti con le opere goldoniane, attraverso questa esperienza la nostra porterà sulle scene anche opere di diversi e stimolanti autori.
Contemporaneamente, partecipa a molti reading di poesia, coniugando in una sintesi esemplificativa le sue molteplici passioni: la poesia, la musica, l’happening e la dimensione teatrale dell’evento.
In verso libero ben si adatta alla sua produzione lirica, che risente delle influenze che A recepisce e coniuga felicemente: l’intimo di una giovane donna che si apre alla vita si traduce in immagini dense, di forte impatto visivo e uditivo. Vi si possono ritrovare dalle opere dei maggiori pittori romantici alle sonorità tipicamente irlandesi; dalle atmosfere preraffaellite ai duri e aggressivi accordi della musica rock anni Novanta.
Le contaminazioni artistiche si intrecciano tra loro e si alimentano avidamente di ogni minima suggestione che l’artista avverte, fuori ma soprattutto dentro di sé. Emozioni e contraddizioni del vivere quotidiano vengono decifrate anche grazie alla pittura, allo schizzo, ad una continua sperimentazione di tecniche e linguaggi.

A Sarmede, nel trevigiano, Alessia ha l’occasione di incontrare Arcadio Lobato, noto illustratore e seguire i corsi sull’illustrazione per l’infanzia, attività congeniale anche agli impegni lavorativi di Alessia nella sua veste di educatrice prima e insegnante d’italiano alla scuola secondaria di primo grado. Il rivolgersi a un pubblico giovanissimo è un pretesto per una produzione di opere che, nonostante colori tonali e forme addolcite, dotate di una sensibilità giocosa e fiabesca, attraggono l’interesse di un pubblico adulto. Alessia si confronta con tematiche non nuove per lei, riuscendo a trarne la stimolante valenza espressiva.
Questa produzione si collega in particolar modo al fumetto, anch’esso visto non solo come qualcosa di infantile, ma come un linguaggio contemporaneo, dalle molteplici possibilità. La libertà espressiva coniugata alla dinamicità quasi cinematografica propria delle “strisce” sanno contagiare il fertile terreno artistico dove A B sa ormai destreggiarsi. L’immediatezza di una vignetta, la capacità dello schizzo di cogliere un gesto, un momento, come pure la licenza di unire elementi fantastici e lontani tra loro, portano A B a creare strisce e vignette, ma anche la collezione di card pubblicitarie per conto di una catena di villaggi turistici.
Nelle opere firmate da Alessia Bressanin linguaggi, riferimenti ed ispirazioni continuano ad intrecciarsi, in continui rimandi e contaminazioni. Pittura materica, schegge di vetro sulla tela dal forte sapore informale; folletti celtici alternati a ritratti di grande effetto; dripping come urgenza espressiva ma anche campiture tonali fortemente geometrizzate, che ricordano il Mondrian più maturo. L’acrilico incontra l’acquerello, il carboncino, la sfumatura polverosa del gessetto colorato, a tradurre in svariati modi la versatilità di un’artista che passa da opere figurative, descrittive e indagate in ogni minimo dettaglio a tele espressionistiche, di medio e grande formato, accese di contrasti cromatici dove l’intensità gestuale si rivela in tutta la sua spinta emotiva.

Tutte le opere presenti in mostra sono state realizzate di recente; accomunate non solo dall’epoca di realizzazione, esse condividono anche le medesime tecniche pittorico-espressive.
Le tele sono poste per terra, l’artista vi entra dentro, portandovi il colore puro e la potenza del gesto. In queste opere, modalità tipiche dell’action painting si uniscono alla lunga gestazione che forgia l’esito finale.
Alessia, infatti, ritorna più volte sulle tele, rielaborandole anche a mesi di distanza, aggiungendo, modulando, ridefinendo l’equilibrio formale e cromatico.
Il dripping rappresenta una costante in questa serie di opere, una cifra stilistica che Alessia ha ormai sperimentato da tempo, padroneggiandola efficacemente. Di pari passo, l’artista si cimenta in un nuovo uso dell’acqua, versata direttamente sulla tela, ora in poche gocce, ora in quantità notevole.
La forza gestuale del procedimento apparentemente sembra non affiorare con lo stesso risalto delle campiture colorate; invece, l’acqua asciugandosi crea un sapiente gioco di sfumature, velature, morbidi passaggi tonali. Anche le tracce calcaree aumentano la valenza pittorica di una sostanza elementare come l’acqua applicata sulla tela.
Sempre in quest’ottica di ricerche e sperimentazioni cromatiche, fa la sua apparizione anche il colore spray, che l’artista piega alle sue esigenze espressive.