Alessia Bressanin nasce agli
inizi del 1976.
Sin dall’infanzia rivela
curiosità innata per disegno e colore. Dimostra inoltre una certa attitudine
alla poesia: entrambi questi linguaggi verranno indagati e sviluppati
costantemente, diventando essenziale cifra stilistica della poetica di Alessia.
Infatti nel 1995, oltre a vincere
il premio “Grigoletti Poesia”
con la poesia “Notte” durante gli studi liceali scientifici Alessia segue
vari corsi di pittura.
Intraprende il cammino
universitario a Padova, iscrivendosi alla facoltà di Lettere e Filosofia. In
continua evoluzione, la creatività di A. B. approderà al teatro, allo studio e
all’approfondimento della commedia dell’arte (la tesi di laurea nel 2005 si
intitola “Mito e Storia della Commedia dell’Arte
nello spettacolo “Isabella
Comica Gelosa”), nonché al
lavoro direttamente sul campo, in prima persona: dal 1996 Alessia fa parte
della compagnia “Teatro Instabile”.
Se fare teatro nel veneziano
significa fare i conti con le opere goldoniane, attraverso questa esperienza la
nostra porterà sulle scene anche opere di diversi e stimolanti autori.
Contemporaneamente, partecipa a
molti reading di poesia, coniugando in una sintesi esemplificativa le sue
molteplici passioni: la poesia, la musica, l’happening e la dimensione teatrale
dell’evento.
In verso libero ben si adatta
alla sua produzione lirica, che risente delle influenze che A recepisce e
coniuga felicemente: l’intimo di una giovane donna che si apre alla vita si
traduce in immagini dense, di forte impatto visivo e uditivo. Vi si possono
ritrovare dalle opere dei maggiori pittori romantici alle sonorità tipicamente
irlandesi; dalle atmosfere preraffaellite ai duri e aggressivi accordi della
musica rock anni Novanta.
Le contaminazioni artistiche si
intrecciano tra loro e si alimentano avidamente di ogni minima suggestione che
l’artista avverte, fuori ma soprattutto dentro di sé. Emozioni e contraddizioni
del vivere quotidiano vengono decifrate anche grazie alla pittura, allo
schizzo, ad una continua sperimentazione di tecniche e linguaggi.
A Sarmede, nel trevigiano,
Alessia ha l’occasione di incontrare Arcadio Lobato, noto illustratore e
seguire i corsi sull’illustrazione per l’infanzia, attività congeniale anche
agli impegni lavorativi di Alessia nella sua veste di educatrice prima e
insegnante d’italiano alla scuola secondaria di primo grado. Il rivolgersi a un
pubblico giovanissimo è un pretesto per una produzione di opere che, nonostante
colori tonali e forme addolcite, dotate di una sensibilità giocosa e fiabesca,
attraggono l’interesse di un pubblico adulto. Alessia si confronta con
tematiche non nuove per lei, riuscendo a trarne la stimolante valenza
espressiva.
Questa produzione si collega in
particolar modo al fumetto, anch’esso visto non solo come qualcosa di
infantile, ma come un linguaggio contemporaneo, dalle molteplici possibilità.
La libertà espressiva coniugata alla dinamicità quasi cinematografica propria
delle “strisce” sanno contagiare il fertile terreno artistico dove A B sa ormai
destreggiarsi. L’immediatezza di una vignetta, la capacità dello schizzo di
cogliere un gesto, un momento, come pure la licenza di unire elementi
fantastici e lontani tra loro, portano A B a creare strisce e vignette, ma
anche la collezione di card pubblicitarie per conto di una catena di villaggi
turistici.
Nelle opere firmate da Alessia
Bressanin linguaggi, riferimenti ed ispirazioni continuano ad intrecciarsi, in
continui rimandi e contaminazioni. Pittura materica, schegge di vetro sulla
tela dal forte sapore informale; folletti celtici alternati a ritratti di
grande effetto; dripping come urgenza espressiva ma anche campiture tonali
fortemente geometrizzate, che ricordano il Mondrian più maturo. L’acrilico
incontra l’acquerello, il carboncino, la sfumatura polverosa del gessetto
colorato, a tradurre in svariati modi la versatilità di un’artista che passa da
opere figurative, descrittive e indagate in ogni minimo dettaglio a tele
espressionistiche, di medio e grande formato, accese di contrasti cromatici
dove l’intensità gestuale si rivela in tutta la sua spinta emotiva.
Tutte le opere presenti in mostra sono
state realizzate di recente; accomunate non solo dall’epoca di realizzazione,
esse condividono anche le medesime tecniche pittorico-espressive.
Le tele sono poste per terra, l’artista
vi entra dentro, portandovi il colore puro e la potenza del gesto. In queste
opere, modalità tipiche dell’action painting si uniscono alla lunga
gestazione che forgia l’esito finale.
Alessia, infatti, ritorna più volte
sulle tele, rielaborandole anche a mesi di distanza, aggiungendo, modulando,
ridefinendo l’equilibrio formale e cromatico.
Il dripping rappresenta una costante in
questa serie di opere, una cifra stilistica che Alessia ha ormai sperimentato
da tempo, padroneggiandola efficacemente. Di pari passo, l’artista si cimenta
in un nuovo uso dell’acqua, versata direttamente sulla tela, ora in poche
gocce, ora in quantità notevole.
La forza gestuale del procedimento
apparentemente sembra non affiorare con lo stesso risalto delle campiture
colorate; invece, l’acqua asciugandosi crea un sapiente gioco di sfumature,
velature, morbidi passaggi tonali. Anche le tracce calcaree aumentano la
valenza pittorica di una sostanza elementare come l’acqua applicata sulla tela.
Sempre in quest’ottica di ricerche e
sperimentazioni cromatiche, fa la sua apparizione anche il colore spray, che
l’artista piega alle sue esigenze espressive.